Nella meditazione bisogna innanzitutto prendere in considerazione gli attrezzi, la loro forma e la loro essenza divina. Bisogna visualizzarli e nominarli: questa è una sega da tenoni, questa una sega a coda di rondine, questo è un succhiello, questo un punteruolo. Bisogna poi soffermarsi sulla loro funzione, e questo richiede che ci si immagini ciascuno degli attrezzi in azione, e per questo è a sua volta necessaria la contemplazione di alcune tecniche elementari di carpenteria e falegnameria: la fabbricazione di mortase e di tenoni, la costruzione di travetti e di telai, la smaltatura del legno, l’uso di trapano, cunei, tornio. Questa fase della meditazione è quella più prolungata e più intensa. Shadrach ha sentito dire che alcuni adepti vi dedicano tutta l’energia del loro culto, e non prendono mai in mano attrezzi e legno reale, ma celebrano una comunione completamente soddisfacente utilizzando la loro mente soltanto. Fino a oggi non aveva mai veramente capito come questo fosse possibile, ma ora, incidendo e segando e congiungendo il legno mentre se ne sta seduto a occhi chiusi, incastrando mentalmente tenoni nelle mortase e listelli nei solchi, capisce che il lavoro manuale vero e proprio può non essere necessario in questa pratica se si è davvero capaci di entrare nella fase meditativa.
Percepisce tutto questo, ma procede comunque alla fase finale della meditazione, che è l’approccio al legno, la materia madre. Anche questo è un esercizio altamente strutturato, che va cominciato immaginando degli alberi; non semplicemente degli alberi a caso, bensì degli alberi da legname scelti specificamente: per Shadrach si tratta normalmente di pini o lanci o abeti, occasionalmente di legnami più esotici, a seconda del capriccio del momento, ebano, palissandro, mogano, teak. Bisogna
Shadrach, una volta raggiunta questa fase, sa esattamente quale sarà la forma del suo culto quest’oggi. Oggi non si dedicherà a lavoretti raffinati di ebanisteria, ma a della semplice carpenteria pesante, semplice ma pura, a un lavoro che mira dritto all’essenza della forma: costruirà la chiave di volta per un arco di mattoni. Gli è balzato alla mente tutto intero, nervature e sostegni, legamenti e incastri, isolanti, cunei; ha calcolato la curvatura, l’ampiezza, l’altezza della chiave, la linea di imposta, tutto in un lampo di visione interiore, e ora ha solo bisogno di tagliare e incastrare e martellare, e quando avrà finito smonterà tutto, brucerà la segatura secondo il rituale, e se ne andrà, prosciugato e sollevato dalla tensione.