La Repubblica Popolare si è ritrovata priva del suo leader stamattina, e penso che il governo cadrà prima di mezzogiorno. Shirendyb, il quinto Primo ministro nelle ultime sei settimane, è stato sconfitto dalla decomposizione organica nel corso della notte. Non rimane nessuno del Politburo; il Presidium è stato decimato; le strade di Ulan Bator sono affollate dai profughi, una corrente lenta e regolare di carretti e di camion distrutti che se ne vanno… ma dove? Dappertutto è la stessa cosa. La vecchia società sta morendo. Solò dieci anni fa, pensavo che un cambiamento radicale fosse impossibile; poi è venuto il vulcano, il terrore, le insurrezioni, la Guerra Virale, la decomposizione organica, e tre miliardi di esseri umani sono morti e le istituzioni crollano come vecchi edifici colpiti da un terremoto. Io non abbandonerò Ulan Bator. Credo che il mio momento sia finalmente arrivato. Ma il governo che proclamerò non si chiamerà Repubblica Popolare.
16 novembre 2008
Per celebrare il mio decimo anno di regno sono andato fino a Karakorum e ho inaugurato il nuovo centro di divertimenti. Mi hanno invitato a sperimentare le attrazioni che chiamano “sogno di morte” e “transtemporalismo”. Ho scelto il sogno di morte. Il fascino irresistibile di ciò che è morboso. Specialmente l’illusione di ciò che è morboso. Si svolge in una tenda piena di motivi pseudoegizi. I brutti dei-mostri antichi incombono come grondoni di una chiesa, da ogni angolo; si può praticamente sentire l’odore acre del fango del Nilo, il ronzio delle mosche. Attendenti che indossano maschere. Luci molto forti. Tutti molto cerimoniosi con me. Naturalmente ero l’unico a sperimentare l’attrazione in quel momento. Mi sono lasciato ipnotizzare, dietro una falange di guardie di sicurezza scelte appositamente. Una sensazione come di morte, molto convincente, direi. (Ma chi mai sa qualcosa di com’è realmente?). E poi, un sogno. Ma nel mio sogno il mondo era esattamente com’è quando sono sveglio. Mi avevano promesso illusioni scatenate e fantasie surreali. Niente. Mi hanno imbrogliato? Non hanno il coraggio di lasciar sperimentare a Gengis Mao la versione genuina di un’esperienza del genere?
4 giugno 2010