Cos’avevo in mente? Avevo in mente qualcosa, a parte che tutto stava cadendo a pezzi, e che era mio dovere tenerlo insieme? Credo che fosse solo questo. Il mondo stava sprofondando nel caos. Come aborro il disordine! Una tale agitazione, una tale confusione: la gente che muore, le nazioni morte, orde di selvaggi che spazzano la Terra, niente di semplice, tutta la semplicità sparita dalla faccia del pianeta. Io amo la semplicità, una struttura ben organizzata, armoniosa e soddisfacente; una sola nazione, un solo governo, un solo codice di leggi, tutto unico, e avanti verso l’orizzonte. Avevo settantatré anni, e una gran forza. Il mondo aveva milioni di anni, ed era debole. Non potevo sopportare il caos. Credo che tutti coloro che hanno governato il mondo fossero motivati fondamentalmente dall’odio per il caos, piuttosto che dal semplice amore per il potere. Napoleone, Attila, Alessandro, il grande Gengis, perfino quel povero pazzo di Hitler, ciascuno di loro voleva che le cose fossero bene ordinate, semplici, avevano un sogno d’ordine, insomma, e per realizzarlo non vedevano altro modo che importo essi stessi al mondo. Come ho fatto io. Naturalmente, la maggior parte di loro hanno finito per generare più caos di quanto non ne stessero eliminando, e hanno dovuto essere eliminati. Hitler, per esempio. Io quell’errore non l’ho fatto. Fino all’ultimo, combatto l’entropia, offro me stesso, Gengis II Mao IV, come simbolo di unità, centro focale dell’energia planetaria, cristallo di semplicità. Ma… oh, padre Gengis, queste sessioni plenarie, questo ronzio, queste mosche! Padre Gengis, tu avevi forse un Horthy con le sue declamazioni? Te ne stavi ozioso, a sognare un cavallo veloce e un vento ghiacciato, ad ascoltare un Parlator e un Blount? Oh! Oh! È per questo che ho dichiarato guerra al caos del mondo corrotto e disperato?
Shadrach si alza. Non può continuare a starsene lì a fantasticare; ha delle responsabilità, degli obblighi, dei rapporti da compilare, dei progetti da supervisionare. Per cominciare, deve aggiornare il dossier su Gengis Mao con un resoconto conciso del trapianto di aorta di oggi, e questo significa confrontare una gran pila di stampati e selezionare da quella massa di dati grezzi e frammentari le basi significative di un profilo medico utilizzabile. Benissimo. Shadrach batte sui tasti, richiama i risultati dell’operazione del mattino. Ma mentre lavora, scopre che di quando in quando la sua mente è invasa dalla voce fittizia di Gengis Mao, che gli detta frammenti sparsi di memorie immaginarie.
27 maggio 1998