Mordecai ha pensato spesso di scrivere una monografia scientifica sul suo paziente, una biografia medica di Gengis Mao, una cronaca esauriente delle migliaia di trapianti e innesti, delle infinite manovre chirurgiche che sono responsabili della longevità del Khan e forse della sua terrificante vitalità. Niente nella letteratura specializzata potrebbe reggere il confronto, neppure Beaumont sul tratto digestivo di Alexis St. Martin, neppure Lord Moran su Churchill: c’è mai stato un progetto medico tanto concentrato e di così lunga durata, che si estendesse durante tanti decenni, dedicato a mantenere un solo essere umano in vita e in salute? L’operazione ha già fin qui del miracoloso, ma i veri miracoli devono ancora realizzarsi, quando Gengis Mao, senza più età, eternamente rinnovato, continuerà a vivere oltre i cent’anni, i centodieci, i centoventi…
C’è un’altra tentazione, ancora più grande: scrivere non solo un testo scientifico, ma un resoconto completo della vita di Gengis Mao. Non esistono biografie del Presidente, a parte i libriccini propagandistici e ben depurati che si limitano a snocciolare i suoi successi politici e altri eventi esterni, evitando qualunque dettaglio relativo alla vita privata. È come se il Khan avesse un timore superstizioso di farsi catturare l’anima dalla carta stampata. Di qui il sogno a cui Shadrach non riesce a sfuggire: inchiodare il Khan con la parola scritta, imprigionarlo con uno
Il problema è che non ci sono fonti disponibili per il materiale. Le banche dati di Ulan Bator straripano di dati intimi relativi a qualunque essere umano vivente: tranne Gengis Mao. Sapendo quale bottone premere, ecco marciare avanti plotoni interi di fatti e cifre: ma nessuno riguarda Gengis Mao. I fatti della sua vita sono sconosciuti e forse inconoscibili, eccettuate le più elementari pietre miliari della sua vita pubblica, la proclamazione della filosofia della depolarizzazione centripeta, la fondazione del CRP, l’elezione alla Presidenza. Tutto il resto è stato soppresso, annichilito. Quando è nato? In quale oscuro villaggio? Che infanzia ha avuto, che ambizioni aveva da ragazzo? Come si chiamava originariamente, nei vecchi tempi della Repubblica Popolare, prima che si autoproclamasse Gengis Mao? Che passi ha seguito la sua carriera? Che istruzione ha ricevuto? Era mai stato all’estero? Si è mai sposato? Figli? Ecco, questa è una buona domanda: ci sono, in qualche angolo della Mongolia, degli uomini e delle donne di mezza età che sono effettivamente i figli di Gengis Mao, e in tal caso, conoscono l’identità del loro padre? Nessuno è in grado di dare risposta a queste domande. Nessuno può dare risposta a nessuna domanda che riguardi Gengis Mao, se non col sentito dire, con aneddoti apocrifi, con il mito. Ha coperto le sue tracce con grande cura, con una cura tale che il successo assoluto del tentativo di occultamento totale suggerisce una sorta di follia.
Ma è possibile che qualcuno, anche lo stesso Gengis Mao, desideri davvero eliminare dalla faccia della terra qualunque traccia della sua identità precedente? Si dice che i criminali si sentano attirati con forza a ritornare sulla scena del delitto; forse coloro che cercano di avvolgersi nel mistero tendono, allo stesso modo, a contrastare le loro stesse mistificazioni seppellendo, per la Storia, un resoconto esauriente di ciò che avevano cercato di nascondere. Non ci sarà un nascondiglio a cui Gengis Mao ha affidato tutti i segreti sottratti alla conoscenza dei suoi sudditi? Un diario, diciamo, un diario intimo e rivelatore, un ripostiglio per l’essenza dell’anima mascherata di Gengis Mao. Shadrach immagina un incontro fortuito con un documento simile, nel mezzo degli effetti personali del Khan: potrebbe capitargli di imbattersi in un singolo