Читаем Shadrach nella fornace полностью

— Getto del peso — dice Shadrach all’istante, sentendo il dato venirgli fuori da dio sa quale recesso del suo cervello, sicuro di non sbagliarsi.

— Due punti. Adesso il nome.

— Non ancora. Mi sto sforzando. — Shadrach trasforma questo relitto in un giovane, glabro, muscoloso là dove oggi è grasso, in maglietta e calzoncini sportivi; lo vede sollevare il globo di acciaio lucido, avvitarsi nella piccola, bizzarra danza del lanciatore del peso, fare il suo lancio…

— Il torneo dell’NCAA, Boston, millenovecentonovantacinque. Il nostro secondo anno. Tu hai vinto lo sprint sui sessanta metri. Sei secondi netti. Bravissimo. E io ho fatto ventun metri nel getto del peso. C’erano le nostre foto in tutti i giornali. Ti ricordi? Il primo grande torneo di atletica dopo la Guerra Virale, un segno che le cose stavano ritornando alla normalità. Ha! Normalità. Tu eri un corridore mostruoso, Shadrach. Scommetto che lo sei ancora. Cazzo, io non riuscirei neanche a sollevare il peso adesso. Come mi chiamo?

— Ehrenreich — dice immediatamente Shadrach. — Jim Ehrenreich.

— Sei punti! E tu sei il medico del capo adesso. Dicevi che avresti fatto qualcosa per l’umanità, che non entravi in medicina solo per far soldi, eh? E così hai fatto. Servire l’umanità, tenere in vita il nostro glorioso leader. Perché sei così sorpreso? Credi che nessuno conosca il nome del medico personale del Presidente?

— Cerco di evitare la pubblicità.

— Certo. Ma qui, qualcosina di quel che succede a Ulan Bator la sappiamo. Io ero nel Comitato, sai. Fino all’anno scorso. Dove stavi andando? Chinatown? Ti accompagno. Starmene in piedi fermo così mi fa male alle gambe. Vene varicose. Ero nel Comitato; il terzo più importante in California Settentrionale, avevo anche una tessera di accesso ai vettori. E naturalmente mi hanno fatto saltare. Ma non preoccuparti: non ti caccerai nei guai solo perché mi parli. Anche se ci sono quei Citpol che se ne stanno lì a guardare. Non sono un paria del cazzo, sai? Sono solo un ex membro del Comitato. Ho il diritto di parlare con la gente.

— Cos’è successo?

— Sono stato stupido. Avevo quest’amica, anche lei nel Comitato, grado molto basso, e suo fratello è stato colpito dalla decomposizione. Lei mi ha chiesto: “Puoi manipolare il computer, farti dare una dose più alta di Antidoto, salvare mio fratello?”. “Certo” le ho detto, “Posso farlo, lo farò, solo per te, bambina”. Conoscevo questo tipo ai computer. Sapeva come trafficare coi numeri. Così gli ho chiesto di farlo, e lui l’ha fatto, o almeno io credevo che lo stesse facendo, ma era solo una trappola, mi stava fregando, mi ha incastrato: sono intervenuti i Citpol, mi hanno chiesto di giustificare la dose extra di Antidoto che avevo richiesto… — Ehrenreich sbatte gli occhi, con fare allegro. — Lei è finita ai vivai d’organi. Suo fratello è morto. A me, mi hanno semplicemente cacciato, senza altre punizioni. Una fortuna fottuta. Per via degli anni di fedele servizio alla causa della Rivoluzione Permanente. Mi danno perfino una piccola pensione, abbastanza per non farmi mancare la vodka. Ma è stato uno spreco, Shadrach, uno spreco stupido. Avrebbero dovuto mandare ai vivai anche me, quando ero ancora tutto intero. Perché ora sto morendo. Lo sai questo, vero?

— Sì.

— Dicono che se hai preso l’Antidoto regolarmente, e poi smetti, in genere la decomposizione comincia subito. È come se la forza della malattia, trattenuta per un po’, si scatenasse e ti conquistasse tutto in un colpo.

— Sì, me l’hanno detto — dice Shadrach.

— Quanto mi resta? Tu sei in grado di dirlo, no?

— Non senza una visita. E forse non basterebbe neanche. Non sono precisamente un esperto di decomposizione organica.

— No. No, non mi aspettavo che lo fossi. Non a Ulan Bator. Non ne incontri abbastanza casi, lì. Io ce l’ho da sei mesi. La mia barba era nera quando è cominciata. E avevo tutti i capelli. Sto per morire, Shadrach.

— Moriremo tutti. Tranne forse Gengis Mao.

— Sai quel che intendo dire. Non ho neanche trentasette anni e sto per morire. Mi decomporrò e morirò. Perché sono stato stupido, perché ho cercato di aiutare il fratello di un’amica. Ero a posto, ero sistemato. Le iniezioni di Antidoto ogni sei mesi…

— Sei stato sciocco davvero — gli dice Shadrach. — Perché non saresti mai riuscito ad aiutare il fratello della tua amica, qualunque cosa avessi fatto.

— Eh?

— L’Antidoto non cura. Immunizza. Una volta che la fase letale è cominciata, i giochi sono chiusi. Non si può invertire il decorso della malattia. Non lo sapevi? Pensavo che lo sapessero tutti.

— No. No.

— Ti sei distrutto la carriera per niente. Hai buttato via la tua vita per niente.

— No — dice Ehrenreich. Sembra sotto shock. — Non può essere vero. Non ci credo.

— Va’ a controllare. Informati.

— No. Voglio che tu mi salvi, Shadrach. Voglio che tu mi prescriva l’Antidoto.

— Ti ho appena detto…

— Sapevi quel che ti stavo per chiedere. Stavi cercando di prevenirmi.

— Jim, ti prego…

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