Читаем Shadrach nella fornace полностью

I rilevatori impiantati nella testa del Presidente non sono pervasivi come altrove. Gengis Mao non ha nel suo passato ictus né altri problemi cerebrovascolari, e i chirurghi non hanno mai avuto motivo di invadere il cranio imperiale. Dato che la maggior parte dei dispositivi telemetrici nel corpo di Gengis Mao è stata installata nel corso di interventi chirurgici correttivi di routine, Shadrach si deve arrangiare con una conoscenza relativamente frammentaria dello stato del cervello del Presidente. C’è però un sensore che gli comunica dati sulla pressione endocranica e, facendo un controllo a tappeto del corpo di Gengis Mao, l’aumento di quella pressione attira l’attenzione di Shadrach. È là che si sta verificando l’accumulo di liquidi?

Lottando, sforzandosi per ottenere dati, Shadrach richiama tutte le informazioni collaterali che riesce ad afferrare. Pressione osmotica dei capillari cranici? Bassa. Pressione idrostatica? Normale. Distensione meningea? Alta. Stato dei ventricoli cerebrali? Congesti. Qualcosa non va, qualcosa di molto marginale, nel sistema di drenaggio del fluido cerebrospinale dall’interno del cranio di Gengis Mao allo spazio subaracnoide, in prossimità della parete cranica, là dove normalmente il fluido passa nel sangue.

Ciò che questo significa, al momento, è che Gengis Mao ha probabilmente dei brutti mal di testa da alcuni giorni; che ne avrà di peggiori se Shadrach Mordecai non ritorna a Ulan Bator all’istante; e che potrebbe subire complicazioni cerebrali, forse fatali, se non si intraprende un’azione correttiva al più presto. Significa anche che la vacanza di Shadrach è arrivata alla conclusione. Non farà il giro turistico di Pechino. Non visiterà la Città Proibita, il museo storico, le tombe Ming, la Grande Muraglia, il tempio di Confucio, il Palazzo della Cultura dei Lavoratori. Queste cose non hanno importanza per lui in questo momento: questo è il momento che ha aspettato a lungo nei suoi vagabondaggi di continente in continente. Quel sistema instabile che è Gengis II Mao IV Khan ha iniziato, in assenza del medico devoto, a deteriorarsi. L’indispensabilità di Shadrach è stata resa manifesta. C’è bisogno di lui. Deve andare dal suo paziente senza indugio. Deve intraprendere le azioni del caso. Deve sottostare ai suoi doveri ippocratici.

E poi, deve pensare alla sua personale sopravvivenza.

Shadrach discende nella hall dell’hotel per farsi fissare un posto sul primo volo per Ulan Bator. Ce n’è uno la sera stessa, lo informano, in partenza tra due ore e mezzo. Shadrach lascia la stanza che aveva appena preso. L’impiegato dell’albergo, un giovane cinese dall’aspetto sparuto che è incapace di nascondere l’incanto che suscita in lui il colore della pelle di Shadrach, lo fissa con delle occhiate di sottecchi semiclandestine, mentre fa qualche commento sulla brevità del soggiorno pechinese del suo ospite.

— Un cambiamento di piani — dichiara Shadrach con decisione. — Impegni urgenti. Devo tornare immediatamente.

Shadrach lancia un’occhiata attraverso la hall; è un salone profumato, illuminato debolmente, non dissimile dal vestibolo di un enorme ristorante cinese, ingombro di paraventi di mogano, di urne di porcellana e di enormi vasi laccati posti su piedistalli di palissandro. E, laggiù, tra due facchini che gli stanno ai fianchi, torreggia la figura imponente e sgraziata di Avogadro. Gli occhi dei due uomini si incontrano e Avogadro sorride, fa un cenno di saluto con la testa, agita una mano. È arrivato all’hotel in questo momento, a quanto pare. Shadrach è tutt’altro che sorpreso di incontrare qui il capo della Sicurezza. Era inevitabile, riflette, che Avogadro si facesse vivo per condurre a termine l’arresto personalmente.

Nessuno dei due fa commenti sulla coincidenza della loro presenza in questa località esotica. Avogadro chiede in tono amabile: — Come sono andati i suoi viaggi, dottore?

— Ho visto tante cose, in giro per il mondo. Estremamente interessante.

— È la parola più adatta che le viene in mente? Interessante? Non impressionante, illuminante, trascendentale?

— Interessante — ripete Shadrach in tono sicuro. — Un viaggio molto interessante. E come se la cava Gengis Mao in mia assenza?

— Non c’è male.

— È circondato da gente in gamba. A lui piace pensare che io sia indispensabile, ma il personale sostitutivo è più che in grado di gestire la maggior parte delle situazioni che possono presentarsi.

— È probabile.

— Ha avuto qualche mal di testa però, vero?

Avogadro sembra leggermente stupito. — Lo dice perché lo sa già, è così?

— Qui mi trovo appena al limite del raggio di teletrasmissione.

— E riesce a rilevare i suoi mal di testa?

— Riesco a ricevere i segnali relativi a certi fattori causali — dice Shadrach — e a dedurre un mal di testa a partire da quelli.

— Quel sistema è geniale. Lei e il Khan siete praticamente una persona sola, non è così? Collegati come siete. Qualcosa gli duole, e lei lo sente.

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