Come ubbidendo a un ordine inespresso di lasciare in pace l’ospite, Joseph e Leah si ritirano; si siedono su un divano e iniziano una conversazione elaborata e goffa a proposito di avvenimenti scolastici; a quanto pare è stato proclamato un giorno di vacanza in tutto il mondo in occasione dei funerali di Mangu, e Joseph, che va all’università, si perderà una visita di studio al Mar Morto ed è seccato per questo. Leah cita una frase del capo del CRP di Gerusalemme sull’importanza dell’omaggio da tributare al viceré caduto, causando uno strillo di derisione da Rebekah, in cucina, e un commento brusco sull’intelligenza e sulla sanità di mente del funzionario; presto le cose degenerano in una discussione rumorosa e incomprensibile su questioni politiche locali, che coinvolge tutti e quattro gli Yakov in una fiera gara di urla bilingui. All’inizio Meshach cerca di spiegare a Shadrach alcuni elementi del
All’inizio della cena alcuni interrogativi lo preoccupano: dovrebbe indossare la
— Aspetta — dice Shadrach. — Tutto questo in un giorno?
— Ce ne metteremo due, allora — dice Meshach.
— Lo stesso. Possiamo davvero fare un giro così lungo, così velocemente?
— Perché no? Mi sembri sufficientemente in salute. Penso che riuscirai a tenermi dietro. — E il vecchio ride.
22
A Istanbul, pochi giorni dopo, non ha una guida. Vaga per i tanti livelli di quella città intricata da solo, vinto dalla difficoltà degli spostamenti da un luogo all’altro, e gli piacerebbe che un Meshach Yakov lo scoprisse qui, o un Bhishma Das. Ma non incontra nessuno. La piantina che gli hanno dato all’albergo non è d’aiuto alcuno, perché le targhe con i nomi delle vie sono rare, e ogni volta che Shadrach svolta da un viale principale si perde immediatamente in un labirinto di vicoletti senza nome. Dei taxi ci sono, ma i tassisti parlano a quanto pare solo turco: il turismo è morto con la Guerra Virale. Riescono a seguire le indicazioni che non richiedono una spiegazione, “Aghia Sofia”, “Topkapi”; ma quando Shadrach vuole recarsi agli antichi bastioni bizantini all’estremità della città, non riesce a spiegarsi con nessuno dei tassisti, e deve infine accontentarsi di essere condotto alla moschea Kariya, in periferia, da dove raggiungerà il muro non distante a piedi, tirando a indovinare la direzione.