Gli ho parlato delle voci, alla fine. Nonostante quel che avevo deciso finora. Ho fatto male? Ma non mi ha preso sul serio. E io, mi prendo sul serio? Forse sono i sintomi di qualche disturbo mentale grave. Ma allora anche i santi erano pazzi? Le voci mi parlano, mi sussurrano. È da sempre che vengono, nei momenti di crisi. Durante la Guerra Virale le sentivo con la massima chiarezza. Una voce aveva detto: “Io sono Temucin Gengis Khan, e tu sei mio figlio, e sarai Gengis II”. Una voce di tuono, sebbene lui stesse solo sussurrando. “E io sono Mao “, aveva detto un’altra voce, liscia come la seta. “Tu sei mio figlio”, aveva detto Mao, “e sarai Mao II”. Ma avevamo già avuto un Mao II, un piccolo codardo fastidioso che aveva completamente distrutto il suo paese con le sue idiozie, e c’era stato anche un Mao IH, per un breve tempo, nei giorni subito prima dello scoppio della Guerra Virale, così ho risposto a Mao, gli ho detto che non era aggiornato, che era tardi perché io fossi Mao 11, dovevo diventare Mao IV. Lui ha capito. Quindi mi hanno benedetto e incoronato. Sono diventato Gengis II Mao IV. È così che le voci mi hanno dato un nome e mi hanno ordinato imperatore e mi hanno incoronato. E mi hanno guidato. È segno di un disturbo schizoide sentire delle voci che vengono dal nulla? Potrebbe essere. Sono schizoide, dunque? Benissimo, sono schizoide. Ma sono anche Gengis II Mao IV, e sono il padrone del mondo.
20
In mattinata non ci sono voli, scopre Shadrach, che lo possano portare a Gerusalemme, Istanbul, Roma, o a qualche località dove possa trasbordare per raggiungere quelle destinazioni. C’è tra non molto un volo per Pechino, ma Pechino è troppo vicina a Ulan Bator, e i cinesi assomigliano troppo ai mongoli; in questo momento ha bisogno di cambiare aria completamente. C’è un volo per San Francisco un po’ più tardi, ma San Francisco non si trova in una posizione molto sensata rispetto al resto del suo itinerario. E c’è un volo che parte quasi immediatamente per Nairobi. Per qualche motivo, Shadrach non aveva proprio preso in considerazione la possibilità di andare a Nairobi, o in qualche altra città dell’Africa nera, nonostante i legami ancestrali che avverte vagamente. Ma la spontaneità, riflette, fa bene all’animo. In questo preciso momento l’idea di andare a Nairobi gli appare curiosamente attraente. D’impulso, senza esitazioni, sale sull’aereo.