Poco distante, una donna gridò il suo nome. Strinse a sé l'orlo della camicia per non far scivolare la carne e si rifugiò dietro un angolo. Rabbrividì quando vide Horst camminare fra due case, a pochi metri da lui.
Non appena Horst fu scomparso, Eragon prese a correre, con le gambe che gli pulsavano dolorosamente. Uscì da un vicolo e puntò verso il boschetto. Scivolò fra i tronchi, poi si voltò per vedere se era stato seguito. Nessuno. Trasse un sospiro di sollievo e tese una mano verso il ramo dove aveva nascosto le pelli. Erano scomparse.
«Vai da qualche parte?»
Eragon si volse di scatto. Brom lo fissava accigliato, sempre con quella brutta ferita alla tempia. Alla cintura gli pendeva il fodero scuro di una spada corta. Stringeva in mano le pelli. Gli ocelli di Eragon si ridussero a due fessure. Come aveva fatto il vecchio a pedinarlo? Tutto era così silenzioso che avrebbe giurato che non ci fosse nessuno. «Ridammele!» gli intimò, brusco. «Perché? Così puoi scappare ancora prima che Garrow sia seppellito?» L'accusa lo ferì. «Non sono affari tuoi!» urlò, su tutte le furie. «Perché mi hai seguito?»
«Non ti ho seguito» grugnì Brom. «Ti stavo aspettando qui. Dove hai intenzione di andare?» «Da nessuna parte.» Eragon si lanciò in avanti all'improvviso e gli strappò le pelli di mano. Brom non oppose resistenza. . .
«Spero che tu abbia abbastanza carne per il tuo drago.»
Eragon fu raggelato dalla battuta. «Ma di che cosa parli?»
Brom incrociò le braccia. «Non mi inganni. So come ti sei procurato quel segno sulla mano, il gedw'éy ignasia, il palmo luccicante: hai toccato un cucciolo di drago. So perché sei venuto da me con tutte quelle domande, e so che ancora una volta i Cavalieri vivono.»
Eragon lasciò cadere le pelli e la carne.
Per qualche interminabile istante, lei non rispose. Poi:
Brom guardò in lontananza e mosse le labbra in un mornorio muto, come se stesse parlando con qualcuno. Poi disse: «C'erano tracce e indizi dappertutto; sono solo stato molto attento. Chiunque con le giuste informazioni ci sarebbe arrivato. Ora, dimmi come sta il tuo drago?» «La mia dragonessa» disse Eragon «sta bene. Non eravamo alla fattoria quando sono arrivati gli stranieri.»
«Ah, le tue gambe. Stavi volando?»
Brom si appoggiò a un albero, con uno strano sorriso ulle labbra. «Le ho parlato, e lei ha acconsentito a restare in volo finché non avremo appianato i nostri contrasti. Come puoi vedere, non hai altra scelta se non rispondere alle mie domande. Adesso dimmi, dove hai intenzione di andare?» Sbigottito, Eragon avvicinò una mano alla tempia.
«E dopo?»
Non poteva ignorare la domanda. Il dolore pulsante alla testa peggiorò, offuscandogli il pensiero; non aveva più le idee ciliare. Desiderava solo raccontare a qualcuno gli eventi degli ultimi mesi. Il pensiero che quel segreto era la causa della morte di Garrow lo tormentava. Si arrese e disse, con voce tremante: «Voglio inseguire gli stranieri e ucciderli.»