Chiamarlo padre, pensò Eragon amareggiato, un diritto che nemmeno io ho avuto. Si sentiva come un fantasma, prosciugato di ogni vitalità. Tutto era inconsistente, tranne il viso di Garrow. Lacrime copiose gli scesero lungo le guance. Rimase lì, le spalle tremanti, ma non pianse forte. Madre, zia, zio: li aveva perduti tutti. Il peso del dolore era schiacciante, una forza mostruosa, che lo fece barcollare. Qualcuno lo riaccompagnò in camera sua, mormorando parole di conforto. Si lasciò cadere sul letto e si coprì il viso con le braccia, scosso dai singhiozzi. Sentì che Saphira lo cercava, ma la respinse e sì chiuse nel suo dolore. Non riusciva ad accettare che Garrow non ci fosse più. Con la sua morte, in che cos'altro poteva credere? Solo in un mondo spietato e indifferente, che spegneva la vita come una candela si spegne a un soffio di vento. Deluso e terrorizzato, rivolse il viso bagnato dì lacrime al cielo e gridò; «Quale dio può permettere tutto questo? Mostrati!» Sentì qualcuno che correva verso la sua stanza, ma dal cielo non giunse alcuna risposta. «Non lo meritava!»
Mani delicate lo strinsero; si rese conto che c'era Elain seduta accanto a lui. Lo tenne stretto mentre piangeva. Alla fine, esausto, Eragon scivolò suo malgrado nel sonno.
L'ARMA DI UN CAVALIERE
A
l risveglio, Eragon si sentì sopraffare dall'angoscia. Con gli occhi ancora chiusi, non riuscì a trattenere una nuova ondata di lacrime. Cercò un pensiero, una speranza che gli impedisse di scivolare nella follia. Nonposso vivere così, gemette.
Allora non farlo. Le parole di Saphira echeggiarono nella sua mente.
Come? Garrow se n'éandato per sempre! E quando arriverà il mio momento, anch'io incontrerò lo stesso fato. Gli affetti, la famiglia, le conquiste... tutto ti viene strappato via, senza lasciarti niente. Qual è il valore di ciò che facciamo?
Il valore consiste nell'atto. Il tuo valore ha fine quando ti arrendi e non provi più il desiderio di cambiare, di vivere la vita.
Ma hai parecchie strade davanti a te: scegline una e dedicati a essa anima e corpo. Saranno le azioni a darti una nuova speranza e un nuovo scopo.
Ma che cosa posso fare?
L'unica vera guida è il tuo cuore. Nulla può aiutarti, se non il suo desiderio supremo. La dragonessa lasciò che il ragazzo riflettesse su quei pensieri. Eragon esaminò le proprie emozioni. Fu sorpreso quando scoprì di provare, più che dolore, una rabbia cocente. Che cosa vuoi che faccia... devo inseguire gli stranieri?
Sì
La sua risposta diretta lo confuse. Trasse un profondo, tremante respiro. Perché?
Ricordi quello che mi hai detto sulla Grande Dorsale? Quando mi hai rammentato il mio dovere di drago, e io ti ho riportato a casa malgrado il mio istinto? Anche tu devi controllarti. Ho riflettuto molto negli ultimi giorni, e ho capito che cosa significa essere drago e Cavaliere: è il nostro destino tentare l'impossibile, realizzare grandi imprese senza timore, È la nostra responsabilità per il futuro.
Non m'importa quel che dici; non sono buoni motivi per partire! gridò Eragon.
Ce ne sono altri. Hanno visto le mie impronte e la gente comincia a sospettare la mia presenza. Alla fine mi scopriranno, E poi, qui non ti resta niente. Non hai casa, non hai famiglia, e... Roran non è morto! disse il ragazzo con foga.