— Le riserve di Antidoto sono stabili nel migliore dei casi, forse addirittura in leggero calo — continua Horthy, dando forma alle sue parole con la precisione esagerata di chi è estremamente intossicato. — Quel che Mangu ci sta dicendo è una menzogna tesa a tranquillizzare il popolo. Crede che dicendo cose del genere lo renderà felice e lo spingerà ad amarlo. Bah! — La donna cerca disperatamente di farlo tacere. È di corporatura piccola e compatta, strutturata efficientemente, con il baricentro vicino al terreno; il volto è oscurato in parte da un domino ornato piuttosto vistoso, di colore verde, ma Shadrach in capo a un momento la riconosce. Dana Labile, un pezzo grosso non da meno dello stesso Horthy, ministro della Demografia del Comitato, responsabile per il mantenimento di un ragionevole equilibrio tra nascite e decessi. Mascherata o no, è lei, impossibile non riconoscere quella mascella feroce, e Shadrach nota che anche Horthy ha una maschera, che in questo momento penzola dalla sua mano sinistra. Forse crede di indossarla ancora. Lei si sforza di prendergli la maschera dalla mano inerte e di rimettergliela sul volto, ma lui la scosta e, guardando nella direzione di Shadrach Mordecai, saluta il medico con un inchino così grandioso che quasi cade in avanti lungo la banchina. Dana Labile, agitando la maschera dimenticata del suo compagno, gli gira intorno come un insetto infuriato. — Ah, dottor Mordecai! — sbraita Horthy. — Il devoto Esculapio del nostro leader! Io la saluto!
«…il culmine della nostra lotta incessante contro…» dice Mangu dal luminoso schermo sferico.
Horthy punta un pollice verso l’immagine dell’erede designato. — Lei ci crede a questa spazzatura, Mordecai?
Mordecai ha i suoi sospetti sulla veridicità del piano spesso pubblicizzato che il Khan avrebbe per distribuire a chiunque l’Antidoto di Roncevic, ma sono sospetti appena abbozzati, e in ogni caso non è questo il luogo per esprimerli. Dice con dolcezza: — Non sono un membro del Comitato, dottor Horthy. Le uniche informazioni “da dentro” che ho riguardano cose come l’equilibrio endocrino di Gengis Mao.
— Ma avrà un’opinione, non è così?
— La mia opinione è quella di qualcuno che non sa, quindi è senza valore.
— Com’è diplomatico! — dice Horthy sprezzante.
— Non gli faccia caso — implora Dana Labile. — Ha calcato un po’ la mano questa notte. Prendere
— Pare che sia la notte giusta — osserva Shadrach.
— Uno sporco inganno — dice Horthy con veemenza, agitando il pugno nella direzione dello schermo. Sta tremando, il volto cinereo sotto i riflessi floridi, e suda a profusione. — Crudele, sinistro, bestiale… — e si lancia in una serie di imprecazioni inintellegibili, sibilanti, presumibilmente in ungherese, scoppiando infine in singhiozzi. Dana Labile nel frattempo è scomparsa. Dopo qualche istante fa ritorno seguita da due uomini alti che indossano l’uniforme grigia e blu della Brigata Civica di Pace. È strano trovare qui due Citpol, perché Shadrach pensa a Karakorum come a una città aperta, controllata naturalmente da occhi-spia segreti e dai soliti congegni di intercettazione audio, ma priva di pattuglie di polizia; e questi due sono repellenti oltre l’ordinario, perfino per dei Citpol, hanno l’aspetto di due brutti gemelli identici, volto grigio e occhi grigi, le teste piatte e una capigliatura ispida rasata cortissima, corpi dalle proporzioni bizzarre, tutti gambe e niente torso. Camminano con un’assurda andatura a scatti rigidi, come due robot mal programmati, ma sembrerebbero umani, più o meno; forse il Comitato, vedendo scarseggiare i volontari, sta utilizzando per il lavoro dei poliziotti dei mostri clonati. Circondano Horthy e gli parlano in tono basso e concitato. Uno dei due prende il domino da Dana Labile e con gesti curiosamente delicati, quasi all’eccesso, lo applica sul naso di Horthy. Poi, infilando le braccia con delicatezza sotto quelle del ministro della Tecnologia, lo conducono via, sollevandolo appena, così che i suoi piedi si trascinano, verso una porta verniciata di grigio lucido all’estremo opposto della stazione. A Shadrach Mordecai non è chiaro se lo stiano arrestando su istigazione di Dana Labile oppure (più probabile) lo stiano portando in qualche posto riservato dove dei rimedi appropriati lo porteranno velocemente alla sobrietà, prima che si possa compromettere oltre.
«…un’epoca gloriosa nella splendida storia della razza umana…» procede Mangu in un crescendo.
Arriva il treno sotterraneo. I reduci delle gozzoviglie della notte di Karakorum salgono a bordo con movimenti rallentati e sonnolenti.
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