Scrollando le spalle, Shadrach replica. — Normalmente è a causa di un’infezione, o di un tumore alla base del cervello. Occasionalmente si verifica in modo spontaneo, senza che ci sia una lesione osservabile. Una funzione dell’invecchiamento, forse.
— E quali sono gli effetti?
— Nei bambini, il cranio si ingrandisce col gonfiarsi dei ventricoli. È la condizione che chiamiamo idrocefalia, acqua nel cervello. Il cranio di un adulto non è in grado di espandersi, ovviamente, così che il cervello deve sottostare a tutta la pressione. Dei forti mal di testa sono il primo sintomo, naturalmente. Seguiti da disfunzioni della coordinazione fisica, vertigini, paralisi facciale, perdita graduale della vista, periodi di coma, un’inefficienza generale delle funzioni cerebrali, attacchi di epilessia…
— E la morte?
— La morte, sì. Alla fine.
— E quanto tempo passa dall’inizio alla fine?
— Dipende dall’entità dell’ostruzione, dal vigore del paziente, da molti altri fattori. Ci sono persone che vivono per anni con uno stato di idrocefalia debole o incipiente e non se ne accorgono neanche. Ci sono anche casi seri che si trascinano per anni, con lunghi periodi di remissione. D’altro canto, è possibile passare da una prima congestione alla mortalità nel giro di alcuni mesi, e talvolta ancora più velocemente, se si sviluppa qualcosa come un edema bulbare, un gonfiore endocranico che manda in crisi i sistemi autonomi.
Queste lezioni di sintomatologia e prognosi hanno sempre affascinato Gengis Mao, e in questo momento è evidente nei suoi occhi un intenso interesse. Ma c’è anche qualcos’altro, uno sguardo stregato, uno sguardo che lampeggia di sgomento, quasi terrore. Shadrach non l’ha mai osservato prima.
Il Presidente chiede: — E nel mio caso?
— Dovremo fare tutta una serie di esami, naturalmente. Ma sulla base di quel che mi dicono gli impianti chirurgici, propenderei per un rapido intervento chirurgico correttivo.
— Non ho mai subito interventi al cervello.
— Lo so, signore.
— È l’idea che non mi piace. Un polmone o un rene sono roba banale. Non voglio avere i laser di Warhaftig che mi frugano in testa. Non voglio che mi si taglino via dei pezzi di mente.
— Quello è fuori questione.
— E cosa farete, allora?
— È una terapia di decompressione, nient’altro. Installeremo dei tubi con delle valvole, per deviare il liquido in eccesso direttamente nel sistema giugulare. È un’operazione relativamente semplice, e molto meno pericolosa di un trapianto di organi.
Gengis Mao fa un sorriso di ghiaccio. — Io però ai trapianti d’organi ci sono abituato. Credo che mi
Shadrach prepara un sedativo per il Presidente e dice in tono allegro: — Forse finirà per piacerle anche la chirurgia del cervello, signore.
Il mattino dopo, Shadrach rintraccia Frank Ficifolia al nodo principale delle comunicazioni, nel profondo del nocciolo dei servizi della torre. — Avevo sentito dire che eri tornato — dice Ficifolia. — L’avevo sentito dire, ma non ci credevo. Cristo santo, perché sei tornato?
Shadrach osserva diffidente le file di schermi e monitor. — Parlare qui è sicuro?
— Gesù. Pensi che metterei delle microspie nel mio stesso ufficio?
— Potrebbe averlo fatto qualcun altro, senza venirtelo a dire.
— Parla — dice Ficifolia. — Non c’è rischio, qui.
— Se lo dici tu.
— Lo dico io. Perché non te ne sei stato dov’eri?
— I Citpol sapevano dov’ero, minuto per minuto. Avogadro in persona mi si è presentato davanti a Pechino.
— Cosa ti aspettavi? Se prendi mezzi di trasporto commerciali in giro per il mondo… Ci sono dei modi di nascondersi, ma… è stato Avogadro a farti ritornare qui, allora?
— Avevo già preso il biglietto.
— Ma Cristo,
— Sono tornato perché ho trovato un modo di salvare la pelle.
— Il modo di salvarti la pelle è sparire.
— No — dice Shadrach con forza. — Il modo di salvarmi la pelle è tornare e continuare a svolgere le mie funzioni di medico del Presidente. Sai che il Presidente è malato?
— Delle brutte emicranie, mi dicono.
— Emicranie pericolose. Dovremo operare.
— Chirurgia del cervello?
— Sì.
Ficifolia stringe le labbra e studia il volto di Shadrach come se stesse esaminando una cartina dell’Eldorado. — Una volta ti ho detto che non eri abbastanza pazzo per sopravvivere in questa città. Forse mi sbagliavo. Forse sei pazzo, fin troppo.
— I medici non uccidono i loro pazienti, Frank.
— Ma…
— Stai balzando a delle conclusioni. Stai proiettando le tue stesse fantasie, forse. Io farò l’operazione e basta. Curerò il mal di testa del Presidente. E starò attento che resti in buona salute. — Shadrach sorride. — Non fare domande. Aiutami e basta.
— Aiutarti come?