— Semplicissimo, nel primo caso. Uno sconvolgimento di stomaco, o qualcosa del genere, e tu hai un’allucinazione, pura e semplice. Capita anche alla gente per bene, di tanto in tanto. Oppure c’è un’altra possibilità, altrettanto semplice… Forse hai visto una nuova specie di insetto. Diavolo, con tutta probabilità ci sono migliaia d’insetti che ancora non sono stati classificati. Ogni anno se ne aggiungono dei nuovi, all’elenco.
— Uhm, — bofonchiò Charlie. — E la faccenda del calore?
— Be’, non sanno tutto, i dottori. Hai dato fuori di matto alla vista di quel carrettiere che picchiava il cavallo. E la rabbia ha un effetto fisico, lo sai. Si è mossa una rotella, dentro di te, in qualche parte. Forse è andata a colpire la ghiandola termodermica.
— Che cos’è una ghiandola termodermica?
Pete sogghignò. — Me la sono appena inventata. E perché no? I medici ne scoprono continuamente di nuove, o trovano il modo di assegnare nuove funzioni alle vecchie. E poi, c’è qualcosa nel corpo che funziona da termostato, mantenendo costante la temperatura cutanea. Forse questo qualcosa si è guastato, per un minuto. Guarda che cosa può fare, per te o contro di te, la ghiandola pituitaria. Per non parlare della tiroide, della pineale, della surrenale, eccetera. È cosi, Charlie. Bevi ancora un po’ di vino. Adesso, esaminiamo la faccenda dell’anitra. Se ci pensi, senza considerare anche le altre due cose, non ci troverai niente di sconvolgente. Non ho dubbi: non è stato che un tiro mancino fatto al museo, forse da qualcuno che lavora lì dentro. È comunque una coincidenza che tu ci sia incappato dentro.
— Ma la bacheca…
— Accidenti alla bacheca! Avrebbero potuto farlo comunque; non l’hai mica controllata tu quella bacheca; e sai benissimo come sono i giornalisti. Quanto a questo, poi, guarda cosa riuscivano a combinare Thurston e Houdini con faccende del genere, e lasciandoti anche esaminare i contenitori, prima e poi. O forse, dopo tutto, non è stato soltanto uno scherzo. Forse qualcuno aveva uno scopo nel mettere l’anitra là dentro, ma perché pensare che quello scopo dovesse essere in relazione con te? Sei un egocentrico, ecco quello che sei.
Charlie sospirò: — Sì, ma… Ma, metti le tre cose insieme e…
— Perché metterle insieme? Senti, stamattina ho visto un uomo scivolare su una buccia di banana e cadere; nel pomeriggio mi è venuto un leggero mal di denti; stasera mi ha telefonato una ragazza che non vedevo da anni. Ora, perché dovrei mettere insieme le tre cose, cercando di individuare una causa comune a tutte e tre? Un unico motivo che leghi il tutto? Ammattirei, se ci provassi.
— Uhm, fece Charlie. — Forse hai ragione. Ma…
Nonostante quel “ma” se ne tornò a casa tutto allegro, pieno di speranza e un po’ brillo. Sarebbe arrivato al matrimonio proprio come se non fosse successo niente. E niente di importante era successo, a quanto pareva. Pete era una persona dotata di buon senso.
Charlie dormì sodo quel sabato mattina: si svegliò che era quasi mezzogiorno.
E sabato non successe niente.
IX
Niente. A meno che non si voglia considerare degna di nota la faccenda della palla da golf mancante. Charlie decise che non lo era. Le palle da golf scompaiono anche troppo spesso: in realtà, è del tutto normale — per un giocatore non provetto perdere almeno una palla su un percorso di diciotto buche.
Quella palla, per di più, era finita nell’erba alta.
Charlie aveva aperto il colpo dalla piazzuola di partenza della lunga buca quattordici; aveva visto la palla deviare dal percorso, battere, rimbalzare e arrestarsi dietro un grande albero — che si trovava esattamente tra la palla e il
L’«accidenti!» di Charlie fu gridato a voce alta ed appassionata; fino a quella buca c’erano state per lui grosse possibilità di restare sotto i cento. Adesso gli toccava perdere un colpo per riportare la palla sul percorso.
Aspettò che Pete si fosse cacciato nei boschi sull’altro lato del campo prima di incamminarsi — la sacca dei bastoni a tracolla — in direzione della palla.
Che non c’era.
Dietro l’albero, più o meno nel punto dove Charlie pensava che la palla fosse atterrata, c’era una ghirlanda di fiori appassiti, infilati con un cordino purpureo che si intravvedeva a intervalli. Charlie la tirò su per guardarci sotto, ma la palla non c’era.
Dunque, doveva essere rotolata più lontano; si guardò intorno senza però riuscire a trovarla. Pete, che nel frattempo aveva trovato la sua, e aveva battuto il colpo di ricupero, tagliò giù in diagonale per aiutare Charlie nella ricerca. Fecero cenno ai quattro che seguivano di continuare il loro gioco.
— Credevo proprio che si fosse fermata qui, — disse Charlie: — invece deve essere rotolata più avanti. Be’, se non l’avremo trovata quando quei quattro hanno giocato, ne prenderò un’altra. Ma senti, come può essere capitato qui, questo arnese?