Il verme volteggiò sempre più su: sopra la testa di Charlie, poi a livello del tetto, fino a diventare un puntino bianco — di un bianco, in qualche modo, scintillante — contro il cielo grigio. E anche quando non fu più visibile, Charlie continuò a guardare su in alto. Non sentì la macchina di Pete Johnson accostarsi al marciapiede; solo quando un allegro «Ehi» di saluto attrasse la sua attenzione, vide che Pete, sceso dalla macchina, risaliva il vialetto.
Sogghignando. — Possiamo prendercelo qui qualche verme, prima di andare? — chiese Pete. Poi: — Che c’è? Credi di vedere un disco volante? Non lo sai che non bisogna mai guardare in aria stando a bocca aperta, come facevi tu quando ho fermato la macchina? Ricordati che i piccioni… Di’, c’è qualcosa che non va? Sei bianco come un lenzuolo.
Charlie scoprì di avere tuttora la bocca aperta e la chiuse. Poi la riaperse per dire qualcosa, ma non riuscì a pensare a niente da dire — o piuttosto ad un modo per dirlo — così chiuse la bocca di nuovo.
Guardò su in aria, ma non c’era più niente da vedere; guardò giù, alla terra dell’aiuola, ma il terreno sembrava proprio normale.
— Charlie! — adesso la voce di Pete aveva un tono seriamente preoccupato. — Svegliati! Stai proprio bene?
Charlie aperse la bocca, di nuovo; e la richiuse. Poi, fiocamente:
— Ciao, Pete.
— Per amor di Dio, Charlie! Sei venuto qui, all’aperto, per dormire e avere degli incubi, o che diavolo? Tirati su e… Senti, stai male? Devo portarti dal dottor Palmer, invece di portarti a pescare?
Charlie si alzò in piedi, lentamente, dandosi una scrollata.
— Credo… — disse, — credo di star bene. È successa una cosa strana. Ma… D’accordo, muoviamoci. Andiamo a pescare.
— Ma, che cosa? Oh, va bene, me lo racconterai dopo. Però, prima di metterci in marcia, perché non ci scaviamo qualche… Ehi, non guardarmi così! Su, sali in macchina; forse un po’ di aria fresca ti farà sentire meglio.
Pete lo prese per un braccio, Pete afferrò l’attrezzatura da pesca, Pete condusse Charlie alla macchina parcheggiata. Poi, aperto il cassetto del cruscotto, ne tirò fuori una bottiglia. — Ecco qua, prendine un goccio.
Charlie ubbidì. Mentre il liquido ambrato dal collo della bottiglia gli scendeva gorgogliando giù nella gola, si rese conto che il cervello cominciava a liberarsi dall’intontimento provocatogli dallo shock. Adesso era di nuovo in grado di pensare.
Bruciava il whisky, andando giù, ma gli lasciò dentro, alla fine, una piacevole zona di calore. Si sentì meglio. Non si era accorto del freddo alla bocca dello stomaco, se non quando quel freddo si era trasformato in tepore.
Si asciugò le labbra con il dorso della mano: — Accidenti, — disse.
— Prendine ancora, — suggerì Pete, tenendo gli occhi sulla strada: — Forse ti farà altrettanto bene raccontarmi cosa è successo, vuotare il sacco… Se ne hai voglia, ben inteso.
— Immagino di… di sì, — disse Charlie, — ma non… non sembra che ci sia molto da raccontare, Pete. Ho solo cercato di prendere un verme e quello se ne è volato via. Su bianche ali scintillanti.
Pete sembrava perplesso. — Hai cercato di prendere un verme e quello se ne è volato via. Be’, e perché no? Voglio dire, non sono un entomologo, io, ma forse esistono vermi con le ali. Se ci pensi bene, ce ne sono, con ogni probabilità. Ci sono formiche alate, i bruchi si trasformano in farfalle. Che cosa ti ha spaventato, in quel verme particolare?
— Be’, questo verme non aveva ali fino a quando non ho cercato di prenderlo. Sembrava un normalissimo lombrico. Maledizione,
— Su, vuota il sacco. Dài.
— Maledizione, Pete,
La macchina ebbe uno scarto, e Pete la riportò con cautela nel mezzo della strada prima di dire: — Una che?
— Be’, — disse Charlie, sulla difensiva, — sembrava un’aureola. Era un cerchietto dorato proprio sopra la sua testa. Non pareva che fosse attaccato, il cerchietto; se ne stava là, sospeso.
— E tu come lo sai che era la sua testa? Un verme non sembra uguale, o quasi, da tutte e due le parti?
— Be’, — disse Charlie, e s’interruppe per considerare la questione. Come l’aveva capito, lui? — Be’, — disse, — dal momento che si trattava di un’aureola, non sarebbe stato piuttosto stupido, quello, ad avere un’aureola dalla parte sbagliata? Voglio dire, ancora più stupido che ad averla. Al diavolo, capisci che cosa voglio dire.
— Uhm, — fece Pete. Poi, dopo che la macchina ebbe superato una curva: — Benissimo, cerchiamo di essere rigorosamente logici. Ammettiamo, per ipotesi, che tu abbia visto, o creduto di aver visto, ciò che tu… uhm… hai creduto di aver visto. Ora, tu non sei un ubriacone; quindi, non si trattava di