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Il locale era caldo, impregnato del fumo grasso emanato dalle candele di sego. Le corna nere e lucenti dell'Urgali, larghe quanto le sue braccia distese, erano montate sull'architrave della porta. Il bancone era lungo e basso, con una rastrelliera di stecche di legno da un lato, dedicate ai clienti in vena d'intaglio. Morn serviva al banco, le maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti. La parte bassa del suo viso era tronca e schiacciata, come se avesse appoggiato il mento su una mola. I tavoli di quercia erano gremiti di gente intenta ad ascoltare due mercanti che avevano concluso presto i loro affari ed erano entrati a bere una birra.

Morn alzò lo sguardo da un boccale che stava pulendo.

«Eragon! Che piacere vederti. Dov'è tuo zio?»

«In giro a far compere» rispose Eragon con una scrollata di spalle. «Ci metterà parecchio.» «E Roran, c'è anche lui?» domandò Morn, passando a pulire un altro boccale.

«Sì, niente animali malati a tenerlo a casa quest'anno.»

«Bene, bene.»

Eragon indicò i due mercanti. «Chi sono?»

«Commercianti di granaglie. Hanno comprato a prezzi così bassi da essere ridicoli, e adesso stanno raccontando un mucchio di storie, e si aspettano che noi ci crediamo.»

Eragon capì perché Morn era turbato. La gente ha bisogno di denaro. Non possiamo farne a meno. «Che tipo di storie?»

Morn sbuffò. «Dicono che i Varden hanno stretto un patto con gli Urgali e stanno ammassando un esercito per attaccarci. A quanto pare, è solo grazie al nostro augusto sovrano che siamo rimasti incolumi per così lungo tempo... come se a Galbatorix importasse un accidente se le nostre terre vengono devastate… A ogni modo, valli a sentire. Io ho di meglio da fare che starti qui a spiegare le loro panzane.»

Il primo mercante entrava a stento nella sedia; a ogni movimento, il legno gemeva sotto il peso. Il suo volto era imberbe, le mani tozze e grassocce erano lisce come quelle di un bambino, e per bere dal boccale arricciava le labbra carnose come una comare petulante. Il secondo aveva una faccia rubiconda, con una pappagorgia flaccida piena di noduli di grasso, come grumi di burro rancido. In confronto al viso e al collo, il resto del corpo era di una magrezza innaturale.

Il primo mercante disse: «No, no, non capite. È solo grazie all'opera costante del re che voi potete stare qui a discutere con noi in tutta sicurezza. Se mai dovesse, nella sua imperscrutabile saggezza, ritirare il suo sostegno, poveri voi!»

Qualcuno intervenne. «Certo, come no? E adesso perché non ci raccontate anche che sono tornati i Cavalieri e che avete ucciso un centinaio di elfi? Credete forse che siamo dei bambini, per credere alle vostre storie? Sappiamo cavarcela da soli.» Gli altri avventori ridacchiarono.

Il mercante fece per ribattere, ma il suo smilzo compagno lo interruppe con un gesto della mano. Sulle sue dita scintillavano anelli preziosi. «Ci avete fraintesi. Sappiamo bene che l'Impero non può prendersi cura di ciascuno di noi personalmente, come vorreste, ma almeno impedisce agli Urgali e agli altri mostri di invadere questo...» cercò rapidamente il termine esatto «... posto.» Il mercante proseguì. «Siete arrabbiati con l'Impero perché tratta il popolo ingiustamente: è un risentimento legittimo, ma un governo non può soddisfare tutti. Conflitti e malanimo sono inevitabili. Tuttavia la maggior parte di noi non ha nulla di cui lamentarsi. Ogni paese ha le sue piccole sacche di resistenza che si ribellano al potere.»

«Già» disse una donna. «se vogliamo definire piccoli i Varden.»

Il grassone sospirò. «Vi abbiamo già spiegato che i Varden non hanno alcun interesse ad aiutarvi. È soltanto una falsa speranza, alimentata dai traditori nel tentativo di minare l'Impero e convincerci che la vera minaccia si trova all'interno, e non all'esterno dei nostri confini. Il loro scopo è solo quello di detronizzare il re e impossessarsi delle nostre terre. Hanno spie dappertutto e si preparano a invaderci. Non si può mai sapere chi è al loro servizio.»

Eragon.non era d'accordo, ma le parole del mercante erano insinuanti, e qualcuno annuì. Si fece avanti e disse: «Come fate a sapere queste, cose? Io potrei dire che le nuvole sono verdi, ma questo non vuoi dire che sia vero. Dateci una prova che non state mentendo.» I due uomini lo guardarono minacciosi, mentre gli abitanti del villaggio aspettavano una risposta, in silenzio.

Il mercante magro parlò per primo, evitando lo sguardo di Eragon. «Non insegnate forse il rispetto ai vostri figli? O lasciate che i ragazzi s'intromettano nelle questioni dei grandi quando vogliono?» I presenti esitarono, scrutando Eragon. Poi un uomo disse: «Rispondete alla domanda.» «Si tratta solo di buonsenso» disse il grassone, il labbro superiore imperlato di sudore. La sua risposta irritò la platea, e la discussione riprese.

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Андрей Боярский

Попаданцы / Фэнтези / Бояръ-Аниме