Читаем Operazione Domani полностью

Mentre lui mi aiutava a salire, facendomi sentire una vera signora, gli chiesi: — Come mai eri da queste parti?

— Mi ha mandato a prendervi il Padrone, signorina.

— Davvero? Ma non l’ho informato dell’ora del mio arrivo. — Cercai di scoprire chi, nel mio percorso di ritorno, poteva fare parte della rete dati di Boss. — A volte penso che il boss abbia una sfera di cristallo.

— Sembra proprio, vero? — Jim fece partire Gog e Magog, e ci avviammo alla fattoria. Mi appoggiai all’indietro e mi rilassai, ascoltando il cloppete cloppete allegro, familiare degli zoccoli dei cavalli sul terreno.

Riaprii gli occhi quando Jim svoltò al nostro cancello, ed ero perfettamente sveglia quando passammo sotto la porte cochère. Saltai giù senza aspettare di ridiventare una «signora» e mi girai per ringraziare Jim.

Mi balzarono addosso dai due lati.

Il caro vecchio zio Jim non mi mise in guardia. Restò lì a guardare mentre mi mettevano fuori combattimento.

<p>2</p>

Mia stupidissima colpa! All’addestramento di base mi avevano insegnato che nessun posto è mai totalmente sicuro, e che i posti dove si torna abitualmente sono i più pericolosi, i più adatti a trappole, agguati, imboscate.

Ma, a quanto sembrava, avevo imparato la lezione solo a pappagallo; da vecchia professionista, l’avevo ignorata. E ci ero cascata.

Questa regola è analoga al fatto che la persona che ha più probabilità di ucciderti è un membro della tua famiglia; e anche questa amara statistica viene ignorata; deve essere ignorata. Vivere nel timore della propria famiglia? Meglio morire!

La mia maggiore stupidità fu ignorare un avvertimento clamoroso, chiaro, specifico, non semplicemente un principio generale. Come aveva fatto il caro vecchio «zio» Jim a presentarsi all’appuntamento con la mia capsula, nel giorno giusto e quasi al minuto spaccato? Con una sfera di cristallo! Il boss è più in gamba di tutti noialtri, ma non usa la magia. Forse mi sbaglio, ma sono sicurissima. Se Boss possedesse poteri sovrannaturali, non avrebbe bisogno di noialtri.

Non avevo segnalato i miei movimenti a Boss; non gli avevo nemmeno comunicato che avevo lasciato Elle-Cinque. È dottrina: lui non ci incoraggia a informarlo ogni volta che ci muoviamo, perché sa che una fuga di notizie può essere fatale.

Nemmeno io sapevo che avrei preso quella particolare capsula finché non la presi. Avevo ordinato là colazione alla caffetteria del Seward’s Hotel, mi ero alzata senza mangiarla, lasciando un po’ di soldi sul banco; tre minuti dopo ero sigillata in una capsula espresso. Quindi, come?

Ovviamente, sbarazzarmi del tizio che mi seguiva a Stazione Piantadifagiolo Kenia non aveva eliminato tutti gli altri pedinatori. O c’erano già rinforzi sul posto, oppure si erano accorti subito della scomparsa del signor «Belsen» («Beaumont», «Bookman», «Buchanan») e lo avevano sostituito. Forse mi erano sempre stati alle calcagna, o forse quello che era successo a «Belsen» li aveva resi molto più attenti a non pestarmi i piedi. Oppure il mio sonnellino della notte prima aveva dato loro il tempo di raggiungermi.

Quale fosse la realtà era del tutto irrilevante. Poco dopo che io ero salita sulla capsula in Alaska, qualcuno aveva telefonato un messaggio del genere: «Lucciola a Libellula. Moscerino è partito da qui con capsula espresso Corridoio Internazionale nove minuti fa. Il controllo traffico di Anchorage dice che la capsula è programmata per attraccare e aprirsi ai Prati Lincoln, vostra ora locale undici zero tre». O altre balle simili. Un nemico mi aveva vista prendere la capsula e aveva preavvertito con una telefonata; se no, il vecchio dolce Jim non avrebbe potuto venirmi a ricevere in tempo. Logico.

L’intuizione retrospettiva è fantastica. Ti fa capire in che modo ti sei fracassato il cranio… dopo che te lo sei fracassato. Comunque, feci loro pagare la festicciola. Se fossi stata furba, mi sarei arresa subito dopo essermi accorta che erano irrimediabilmente troppi per me. Ma non sono furba; l’ho già dimostrato. Ancora meglio, sarei scappata a gambe levate quando Jim mi aveva detto di essere stato mandato dal boss, invece di salire in carrozza e farmi un sonnellino, Cristo santissimo.

Ricordo di averne ucciso uno solo.

Forse due. Ma perché insistevano a voler usare le maniere dure? Potevano aspettare che entrassi e poi gassarmi, o utilizzare un dardo soporifero, oppure una bella corda. Dovevano prendermi viva, quello era chiaro. Non lo sapevano che un agente col mio addestramento, se viene attaccato, entra automaticamente in overdrive? Forse io non sono l’unica stupida.

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