Due settimane dopo Beth saliva su un piccolo aereo per pendolari che da San Francisco l’avrebbe portata a Smart House. L’invito indicava semplicemente una località sulla costa dell’Oregon, e il biglietto aereo era per North Bend. "Non ti preoccupare" le aveva detto Gary al telefono "ti verremo a prendere." Beth guardava fuori dal finestrino e fissava con un’aria torva l’enorme distesa dell’oceano, grigio e spumeggiante vicino alla riva, mentre più al largo l’alternanza di chiazze scure e bagliori lucenti si perdeva all’orizzonte in un grigio omogeneo. Riusciva a distinguere dei pescherecci, delle piccole barche sottocosta, una grande nave da carico che solcava l’oceano, e tutte beccheggiavano, ondeggiavano, si spostavano all’interno del suo piccolo finestrino sul mondo scomparendo ora in alto ora in basso. Beth sentiva lo stomaco salire e scendere allo stesso ritmo dei natanti. Afferrò il bracciolo del sedile e chiuse gli occhi, ma fu anche peggio. Quando l’aereo sarebbe precipitato voleva essere sicura di accorgersene. Non sapeva spiegare per quale motivo fosse tanto importante, ma non le andava di piombare in mare con gli occhi chiusi. L’aereo veniva sballottato violentemente da una parte all’altra, prendeva e perdeva quota in maniera tanto imprevedibile da rendere impossibile qualsiasi compensazione. Proprio quando Beth era ormai preparata ad affrontare una caduta verticale, l’aereo si impennò violentemente e si abbassò di nuovo.
"Accidenti a Gary" non faceva che pensare. "Accidenti a lui." Gary aveva scritto frettolosamente sull’invito: "Il volo ti piacerà moltissimo. Non vedo l’ora di mostrarti Smart House!".
"Trent’anni" pensò Beth con un’aria accigliata. "Chi l’avrebbe detto che Gary sarebbe vissuto tanto a lungo?" L’aereo sobbalzò e si abbassò contemporaneamente. Beth si aggrappò al sedile e bisbigliò: «Maledizione a lui! Maledizione a lui!» L’essere rimasta sposata con Gary Elringer per dieci anni le dava dei privilegi. Chi più di lei aveva il diritto di mandarlo all’inferno?
A terra, ad aspettare l’aereo da San Francisco, c’era Madelaine Elringer, la madre di Gary. Maddie aveva sessantadue anni e, dopo aver combattuto contro qualche chilo di troppo per tutta la vita, aveva finalmente smesso di lottare scoprendo che, una volta stabilizzatasi su un certo peso, aveva assunto una nuova corporatura che intimamente pensava non fosse affatto sgradevole. Aveva un seno prominente, una vita ben delineata, gambe tornite, polsi e caviglie sottili. Si era detta che non era poi così male, e aveva tinto i capelli di un biondo rosato o, come diceva il parrucchiere, rosa champagne. Sapeva truccarsi con grande abilità e acquistava sempre vestiti molto belli, perfettamente adeguati al ruolo che le imponeva l’essere la madre di un genio miliardario. Era seduta nella sua BMW a fumare una sigaretta dietro l’altra in attesa della nuora. Era arrivato un fronte di aria fredda con venti irregolari e troppo gelidi per il mese di maggio. Il piccolo terminal era desolato e lei troppo preoccupata per dimostrarsi affabile con le poche altre persone che aspettavano l’aereo. Quel fine settimana era un terribile sbaglio, lo aveva capito fin dall’inizio. L’idea di radunare i nove azionisti la preoccupava, con Beth che solo il cielo sapeva cosa avesse in mente di fare in quei giorni, e con Bruce, poi, che in quella situazione si stava comportando da vero stronzo. Maddie temeva l’assemblea degli azionisti che si sarebbe tenuta lunedì più di qualunque altra cosa in quegli ultimi anni, forse in tutta la sua vita. Si accese un’altra sigaretta dal mozzicone della precedente e lo buttò fuori dal finestrino, ma provò subito un senso di rimorso e si guardò intorno fugacemente per vedere se qualcuno l’avesse notato.
Finalmente l’aereo atterrò, e sull’asfalto della pista comparvero tre passeggeri. Maddie uscì dall’auto ed entrò nel terminal. Ai suoi occhi Beth aveva lo stesso aspetto di quando lei e Gary si erano conosciuti. Aveva un’aria mascolina, capelli corti e scuri che il vento spettinò istantaneamente, era allampanata e aveva gambe troppo lunghe per essere davvero bella. Del resto lei non faceva nessun tentativo per fingere di esserlo. Indossava dei jeans neri su cui aveva abbinato, notò Maddie con un certo stupore, una felpa grigia. Non aveva approvato il matrimonio tra Gary e Beth, ma non aveva mai nemmeno causato loro dei problemi. Perché allora la ragazza pareva fare di tutto per sembrare sempre un po’ in disordine, mai a posto?
«Beth, sono così felice di vederti! Sono contenta che tu abbia cambiato idea!» Si fermarono entrambe nello stesso momento, colte all’improvviso da un reciproco imbarazzo.
«Ciao Maddie. Ti trovo benissimo! Come stai?»
Con grande sorpresa di entrambe Maddie scoppiò in lacrime.