Rimasi sveglia così tanto a leggere quel libro che l’infermiera di notte mi sgridò. Comunque, le infermiere hanno bisogno di sgridare i pazienti per qualcosa, ogni tanto. Non citerò quell’incredibile documento… Ma state a sentire questi argomenti.
Per primo il titolo:
L’assassinio come arte
L’assassinio come strumento politico
L’assassinio per profitto
Gli assassini che hanno cambiato la storia
La società dell’eutanasia creativa
I canoni dell’Associazione Assassini Professionisti
Gli assassini dilettanti: andrebbero sterminati?
Killer degni d’onore: storie di casi esemplari
«Estremi pregiudizi», «Lavoro sporco»: gli eufemismi sono necessari?
Nozioni di base: tecniche & attrezzature
Decisi di non accennare mai alla possibilità di cambiare binario e di non riparlare più del riorientamento. Lo facesse Boss, se aveva intenzione di discuterne. Battei sul terminale, ebbi l’Archivio, dissi che mi serviva l’addetto ai documenti classificati per prendere in custodia il documento classificato numero tal dei tali, e che per favore portasse la mia ricevuta. — Subito, signorina Friday — mi rispose una donna.
La celebrità…
Aspettai, con considerevole irrequietezza, che il giovanotto apparisse. Mi vergogno di ammettere che quel libro velenoso aveva avuto un effetto scellerato su di me. Era una notte fonda, quasi mattino; attorno regnava una quiete tombale; e se quel tesoro mi avesse toccata con una sola mano, c’era la forte probabilità che io dimenticassi di essere ancora, tecnicamente, invalida. Avrei avuto bisogno di una cintura di castità con un lucchetto grosso così.
Ma non era lui; il dolce tesoro era fuori servizio. La persona che si presentò con la ricevuta era la donna matura che mi aveva risposto al terminale. Provai insieme, sollievo e delusione; e vergogna di me stessa alla delusione. La convalescenza rende tutti irresponsabilmente lascivi? Gli ospedali hanno problemi di disciplina interna? Non sono stata malata tanto spesso da saperlo.
L’impiegata del turno di notte mi diede la ricevuta in cambio del libro, poi mi sorprese con: — E a me non dài un bacio?
— Oh, c’eri anche tu?
— C’erano tutti i vivi disponibili, mia cara. Quella notte eravamo mostruosamente a corto di personale. Non sarò il campione del mondo, ma ho avuto un addestramento di base come chiunque altro. Sì, c’ero. Non me lo sarei mai perso.
Dissi: — Grazie di avermi salvata — e la baciai. Cercai di limitarmi a un gesto puramente simbolico, ma lei prese il comando e controllò gli sviluppi della situazione. Che fu calda e affannosa. In modo perfettamente chiaro, meglio che a parole, quella donna mi stava dicendo che se solo avessi deciso di cambiare sponda, lei sarebbe stata lì ad aspettarmi.
Cosa si fa in casi simili? Esistono situazioni umane per le quali non è previsto alcun protocollo. Aveva appena ammesso di aver rischiato la vita per salvare la mia; ed era esattamente così, perché la spedizione di soccorso non era stata la cosuccia innocua che poteva sembrare dal racconto di Boss. Boss tende tanto ad attenuare la realtà che potrebbe descrivere la distruzione totale di Seattle come «una perturbazione sismica». Se l’avevo ringraziata per avermi salvato la pelle, potevo rifiutarla?
Non potevo. Lasciai che la mia metà del bacio rispondesse al suo messaggio senza parole; e incrociai le dita, augurandomi di non dover mai tener fede alla promessa implicita.
Dopo un certo tempo lei interruppe il bacio, ma continuò a tenermi stretta. — Tesoro — disse — vuoi sapere una cosa? Ricordi come hai tenuto testa a quel verme che chiamavano Maggiore?
— Ricordo.
— In giro c’è un nastro pirata di quella scena. Quello che gli hai detto, e il modo in cui lo hai detto, è enormemente ammirato da tutti quanti. Soprattutto da me.
— Interessante. Sei tu lo spiritello che ha fatto la copia del nastro?
— Come puoi pensare una cosa del genere? — Sorrise. — Ti spiace?
Ci riflettei su per tre interi millisecondi. — No. Se le persone che mi hanno salvata si divertono a sentire quello che ho detto a quel bastardo, non mi dà fastidio. Però di solito non parlo a quel modo.
— Nessuno lo pensa. — Un bacetto veloce. — Ma lo hai fatto quando era necessario, e hai reso orgogliosa ogni donna dell’agenzia. Anche gli uomini, a dire il vero.
Non pareva disposta a lasciarmi andare, ma l’infermiera di notte apparve proprio allora e mi disse seccamente che dovevo coricarmi e che mi avrebbe fatto un’iniezione per dormire. Io opposi le consuete proteste formali. L’impiegata disse: — Ciao, Blondie. ‘Notte. ‘Notte anche a te tesoro. — Se ne andò.
Blondie (non è il suo nome; è per via del cachet) disse: — La vuoi nel braccio? O nella gamba? Non fare caso ad Anna. È innocua.