Quattro lampi veloci, quattro suoni di alluminio, e gli altri quattro agenti erano morti. «Non mi costringa a uccidere anche lei, detective Perez» disse Kelkad. «Pensava che dopo l'attentato ad Hask me ne sarei andato in giro disarmato?»
Perez si abbassò immediatamente a raccogliere la pistola di Miachaelson, che era ormai sul pavimento. Il tempo di prenderla e Kelkad era già sparito giù per l'ala destra dell'edificio. Perez scivolò di lato, tenendo l'arma puntata sui cinque Tosok, che sembravano disarmati. Prese la pistola di un altro agente. Un'altra arma però era finita vicino a uno dei Tosok. Perez non poteva raggiungerla senza esporsi a un assalto fisico e non poteva rincorrere Kelkad senza che gli altri Tosok prendessero quella e gli altri due revolver. Perez infilò una delle pistole nella cinta dei pantaloni e, tenendo l'altra puntata sui Tosok, afferrò il cellulare con la sinistra per chiamare rinforzi.
Hask era nella sua stanza al secondo piano della Valcour Hall, e stava portando via i suoi effetti personali. Con gli altri Tosok in prigione, non aveva molto senso che lui continuasse a vivere in quel residence gigante, che oltre tutto serviva alla USC per altri scopi.
Era abbastanza brutto essere un traditore del proprio popolo e sapere che non avrebbe mai rivisto la propria casa, ma almeno i suoi pochi oggetti lo avrebbero aiutato a ricordare il passato. Prese il disco
All'improvviso sentì uno sparo. Veniva dal piano di sopra. I suoi quattro cuori presero a martellargli in modo asincrono — il rumore gli ricordava il colpo che lo aveva ferito sul prato davanti all'edificio. Qualche istante dopo sentì cinque scariche di un'arma da fuoco Tosok. Dio — uno di loro doveva aver portato con sé un'arma! Hask non aveva pensato che potessero esserci armi a bordo; dopo tutto, non si prevedeva alcun contatto diretto con gli alieni.
Collegò gli spari ai fatti. Gli altri Tosok stavano opponendo resistenza all'arresto. Il suo udito sensibile percepì un altro suono, lontano — l'eco di passi Tosok sul cemento. Uno degli altri stava venendo giù per le scale.
Gli spari dell'arma Tosok erano stati cinque — presumibilmente ora c'erano cinque umani morti. E il Tosok armato stava venendo a prendere lui.
Valcour Hall era grande. Se Kelkad — chi se non il capitano poteva avere un'arma? — era al sesto piano, doveva scenderne quattro. Il suono veniva chiaramente dalle scale in fondo all'altra ala dell'edificio; questo significava che doveva anche percorrere l'intero piano per raggiungere la stanza di Hask.
Pensò a una via di fuga, rompendo il vetro della finestra e saltando giù. La gravità sulla Terra era minore di quella del suo mondo; era un bel volo, ma probabilmente poteva sopravvivere. Poi avrebbe dovuto tentare di fuggire attraversando il campus. Ma l'arma aveva una gittata di diverse centinaia di chilometri — Kelkad non avrebbe avuto difficoltà a prenderlo. No, no. Doveva rimanere lì.
Ora Hask conosceva le leggi umane: stava per essere attaccato con un'arma ad altissima potenza, e credeva onestamente che la sua vita fosse in pericolo. Quindi era autorizzato a rispondere con forza micidiale.
Se solo avesse avuto un'arma…
Il capitano Kelkad percorse una rampa di scale dopo l'altra. Fu diverse volte sul punto di perdere l'equilibrio; gli scalini umani erano troppo corti per lui, e il corrimano era inutilizzabile. Ma continuò a scendere fino a quando raggiunse il secondo piano. Con la mano spinse la maniglia a sbarra che teneva chiusa la porta. Fece un passo indietro, rimanendo protetto dalla porta. Si guardò intorno: nessun segno di Hask, né di altri. Si fermò un attimo. Gli orifizi per la respirazione si contraevano per gli spasmi, inghiottendo aria e odori. Sentiva i feromoni di Hask. Doveva essere nella sua stanza, dall'altra parte del piano.
Il posto giusto per la morte di un traditore.
C'era voluto un minuto per prepararsi, ma ora Hask era pronto. Sentiva il passo deciso di Kelkad che veniva giù per il corridoio perpendicolare. Hask guardò fuori della porta. A dieci metri di distanza c'era una delle porte di vetro e metallo che normalmente servivano ad attutire i rumori; quando la Valcour Hall si sarebbe riempita di studenti, sarebbe stata utile qualsiasi cosa in grado di isolare i suoni. La porta era rimasta quasi sempre aperta, nel periodo in cui i Tosok avevano utilizzato la struttura; sotto c'era un fermo di legno a tenerla.
Sicuramente Kelkad sapeva che Hask non era armato; a giudicare dal suono, stava arrivando a tutta velocità. Ma Hask conosceva bene il suo capitano: non avrebbe fatto fuoco subito. Prima avrebbe voluto confrontarsi con Hask, accusandolo di essere un traditore…