— Tutto quanto il Regno Rivoluzionario Messicano. Ma quand’è che gli stati territoriali capiranno che non possono nemmeno per idea sconfiggere gli stati societari? Ecco perché ho detto che sono idioti. E
— Perché, capitano? Ian?
— Ma è ovvio. Qualunque stato territoriale, anche Elle-Cinque o un asteroide, è un bersaglio fisso, preciso. Fare la guerra a una multinazionale è come cercare di tagliare la nebbia col coltello. Dove sta il tuo obiettivo? Vuoi sconfiggere l’Ibm? E
— Dipende solo da un unico fatto: se l’Ibm ci vede o meno un profitto. Per quanto ne so, l’Ibm non possiede movimenti di guerriglia. Forse non ha nemmeno agenti sabotatori. Potrebbe essere costretta a comperare le bombe e i missili. Però potrebbe fare la spesa dove e come le pare e prendersi tutto il tempo che vuole, perché la Russia non andrà mai da nessuna parte. Sarà sempre lì, magnifico bersaglio grande e grosso, fra una settimana o fra un anno. Ma la Interworld Transport ci ha appena dato una dimostrazione di come andrebbero le cose. Questa guerra è finita. Il Messico ha scommesso che la Interworld non avrebbe mai distrutto una città messicana, per non rischiare l’ignominia a livello mondiale. Solo che quei politici vecchio stile hanno scordato che alle nazioni societarie l’opinione pubblica interessa molto meno che a loro. Non sono costrette a interessarsene, tutto qui. La guerra è finita.
— Oh, lo spero! Acapulco è… era… un bel posto.
— Già, e sarebbe ancora un bel posto, se il Comitato Rivoluzionario Montezuma non avesse radici nel ventesimo secolo. Comunque, adesso penseranno tutti a salvare la faccia. L’Interworld presenterà le sue scuse e pagherà un’indennità, poi, senza fanfare, il Montezuma cederà il terreno e l’extraterritorialità per un nuovo spazioporto a una nuova società con un nome messicano e un recapito ufficiale del Delaware… E nessuno racconterà al pubblico che la nuova società è di proprietà al sessanta per cento dell’Interworld e al quaranta per cento dei politici che hanno tirato un po’ troppo la corda e permesso la distruzione di Acapulco. — Il capitano Tormey era amareggiato. Di colpo, mi accorsi che era più anziano di quanto non avessi immaginato.
Gli dissi: — Ian, la Anzac non è una sussidiaria dell’Interworld?
— Forse è per questo che sembro così cinico. — Si alzò. — Il tuo shuttle sta attraccando al cancello. Dammi la valigia.
6
Christchurch è la città più deliziosa di questo mondo.
Facciamo di ogni mondo, considerato che al di fuori della Terra non esiste ancora una città veramente deliziosa. Luna City è nel sottosuolo. Elle-Cinque, vista da fuori, sembra il cortile di un robivecchi, e vista da dentro ha una sola arcata bella. Le città marziane sono semplici alveari, e la maggioranza delle città terrestri soffrono dello sciagurato tentativo di somigliare a Los Angeles.
Christchurch non ha la magnificenza di Parigi o l’ambiente naturale di Los Angeles o il porto di Rio. Però ha cose che rendono una città, più che sorprendente, adorabile: il dolce Avon che serpeggia fra le strade del centro. La bellezza matura di Cathedral Square. La fontana di Ferrier di fronte al municipio. La rigogliosa bellezza dei nostri giardini botanici famosi in tutto il mondo, in pieno centro.
Tutta un’altra storia. Tornai di corsa all’Impero e feci rapporto, e dissi a Boss che mi prendevo gli arretrati di ferie; oppure preferiva le mie dimissioni? Lui mugugnò che facessi pure, che mi raffreddassi le gonadi, e mi rimettessi in contatto appena pronta per lavorare. Così feci un’altra corsa a Quito, e Douglas era ancora a letto.