A bordo dell’
«Io non ho ancora capito bene» disse Owem Bradley, lo specialista in elettronica «che cosa ce ne faremo di quello lì una volta che l’avremo a bordo.»
«Stavo appunto per parlarvene» disse il capitano Norden. «Immagino che conosciate tutti il signor Gibson.»
La domanda suscitò un coro di risposte.
«Io ho l’impressione che i suoi libri siano scemenze belle e buone» disse il dottor Scott. «Gli ultimi, perlomeno.
«Storie!» protestò Mackay, l’astronomo. «Gli ultimi racconti sono di gran lunga i migliori! Adesso Gibson s’interessa finalmente solo alle cose fondamentali.»
Un tale scoppio d’indignazione da parte del mite scozzese era inconsueto, ma prima che qualcuno potesse controbattere, il capitano Norden riprese: «Se non vi dispiace, non ci siamo raccolti qui per fare i critici letterari. Avremo tempo d’avanzo per questo in seguito. Ci sono un paio di punti che la Società vuole che vi chiarisca prima che si cominci. Il signor Gibson è un personaggio molto importante, un ospite di riguardo, ed è stato invitato a compiere questo viaggio perché possa poi parlarne al ritorno. Non è il solito banale trucco pubblicitario: noi stiamo effettivamente facendo la storia, e il nostro viaggio inaugurale dovrebbe essere esaltato degnamente. Perciò cercate di comportarvi come gentiluomini, almeno per un po’ di tempo: il libro di Gibson si venderà probabilmente con una tiratura di mezzo milione di copie, e la vostra reputazione avvenire può dipendere dal comportamento che terrete nei prossimi tre mesi.»
«Tutto questo mi sa maledettamente di ricatto» disse Bradley.
«Prendetela come vi pare» riprese Norden sorridendo. «Naturalmente spiegherò a Gibson che non potrà aspettarsi il servizio che avremo in seguito, quando a bordo ci saranno camerieri, e cuochi, e chissà quanta altra grazia di Dio.»
«Credete che ci aiuterà a lavare i piatti?» domandò qualcuno.
Ma prima che Norden potesse occuparsi di questo problema, dal quadro di comunicazione venne uno sfrigolio, e una voce cominciò a parlare attraverso la grata del citofono.
«Qui stazione numero uno: pronto
Norden innestò una spina e rispose: «Va bene, lo aspettiamo.»
Martin Gibson si sentiva ancora alquanto euforico per aver superato l’ostacolo maggiore: l’ufficiale medico della stazione spaziale numero uno.
La perdita di gravità nel lasciare la stazione e nel passare sull’